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Da oggi troverai 5 guide “smart”, pratiche e intuitive, che ti affiancheranno nella costruzione di poche e semplici regole al fine di collaborare al meglio con il tuo team ibrido, remoto o in presenza che sia.

Collaborare al meglio“ può voler dire tante cose lo sappiamo bene, per questo di guide non ce ne sarà soltanto una. Se vuoi rimanere sempre aggiornato iscriviti alla nostra newsletter, CLICCA QUI.

Il tema di oggi è la sostenbilità dello smart working per il tuo team/unit. È veramente possibile misurarla? Continua a leggere!

La sfida della sostenibilità

Per affrontare al meglio la nuova sfida del lavoro ibrido e aiutare i manager a comprendere come gestire il proprio team in modo efficace e consapevole rispetto alle attività di collaborazione, abbiamo progettato uno strumento che ti permetterà di compiere le scelte più opportune al fine di organizzare il lavoro agile.

Stiamo parlando della collaboration map.

Una vera e propria mappa in grado di aiutarti ad individuare tutte le attività del tuo team e il loro grado di remotizzabilità.

Questo al fine di stabilire, in modo oggettivo, quanti giorni sia necessario essere presenti in ufficio e quanti è possibile lavorare da remoto senza per questo essere meno efficaci. Questo l’obiettivo della guida.

Come leggere la mappa

Grazie alla Collaboration Map tutte le attività del team si collocano in un preciso quadrante.

Nel quadrante 2 della Collaboration Map ci sono le attività “a rischio efficacia”. Cosa vuol dire? Vuol dire che in quanto manager sono quelle a cui dovrai porre maggiore attenzione e per cui è meglio valutarne l’approccio, se quindi:

  • continuare a farle da remoto,
  • portarle in presenza,
  • remotizzarle e portarle avanti con il supporto di un facilitatore.

Le domande da porti

Identifica l’attività e il team coinvolto e poi chiediti:

  • Qual è il numero di persone che solitamente coinvolge?
  • La collaborazione è esterna o interna al team?
  • È un’attività sincrona o asincrona? Se è sincrona che durata ha?
    • max 1 ora
    • max 2 ore
    • più di 2 ore
  • Quanto è ripetitiva/consolidata?
  • Qual è il livello di creatività/innovazione necessario?
  • Qual è il livello di digitalizzazione?

Alcuni esempi di sostenibilità

  • Primo caso — Attività sostenibile da remoto.

Attività di routine che richiedono una collaborazione asincrona. Necessità di confronto bassa o limitata a confronti brevi tra pochi, il livello di innovazione richiesto è minimo in quanto l’attività/processo è consolidata.

  • Secondo caso — Attività sostenibile da remoto con facilitazione ad hoc.

Un’attività come quella della riunione settimanale di aggiornamento di un team. Sicuramente si tratta di un’attività che è preferibile svolgere alla presenza di tutti i membri ma rimane valida la possibilità di svolgerla in maniera ibrida. Per facilitare lo svolgimento dell’attività e garantirne la massima efficacia l’ideale è trovare un metodo che aiuti il team a focalizzarsi e contribuire.

  • Terzo caso — Attività poco sostenibile da remoto.

Pensiamo alla progettazione di un nuovo servizio/prodotto. Sicuramente si tratta di un’attività che richiede la presenza di tutto il team affinché ognuno possa dare il suo contributo ed esprimere il suo parere. Il livello di focalizzazione e creatività è sicuramente molto alto e la durata del meeting non può essere troppo breve.

Come tutte le nostre guide, è rivolta ai professionisti delle Risorse Umane e ai manager di realtà piccole, medie o grandi.

Condividi con chi vuoi gratuitamente la guida, scaricala subito!

Da oggi troverai 5 guide “smart”, pratiche e intuitive, che ti affiancheranno nella costruzione di poche e semplici regole al fine di collaborare al meglio con il tuo team ibrido, remoto o in presenza che sia.

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Il tema di oggi è la retrospettiva per il miglioramento continuo del lavoro di un team agile. Continua a leggere!

Premessa

Il termine retrospettiva viene introdotto nella letteratura del project management grazie al libro di Norman L. Kerth “Project Retrospectives”.

Il libro propone la necessità di effettuare riflessioni regolari sull’andamento del progetto, in modo da correggerne il funzionamento prima che sia terminato.

Scopo della Guida

L’obiettivo della retrospettiva è migliorare continuamente sia il processo che l’esecuzione che portano all’output finale di un progetto, tenendo in considerazione i feedback di ciascun membro del team.

Questa mini guida vuole offrire un supporto ed essere uno spunto per perseguire l’obiettivo sopra citato. Rivolta a tutti quei manager responsabili di team che vogliono migliorare o affinare le fasi e il metodo di un qualsiasi processo progettuale.

La retrospettiva può (e dovrebbe) essere applicata a qualsiasi contesto aziendale. Nelle prossime pagine vogliamo troverai tre modelli di retrospettiva da utilizzare in base alle tue necessità.

Le domande da porti

  1. Invita il tuo team o i partecipanti al progetto con cui fare retrospettiva
  2. Condividi lo scopo del meeting ovvero migliorarsi condividendo cosa ha funzionato e cosa no
  3. Se il meeting è da remoto utilizza una lavagna virtuale come Google Jamboard
  4. Chiedi ad ogni partecipante di rispondere attraverso uno o più post-it alle rispettive domande
  5. Fai commentare ad ognuno i post-it inseriti
  6. Concludi chiedendo un feedback sul risultato del meeting

Esempi di retrospettiva di team

Esempio Retrospettiva 1

Esempio Retrospettiva 2

Esempio Retrospettiva 3

Come tutte le nostre guide, è rivolta ai professionisti delle Risorse Umane e ai manager di realtà piccole, medie o grandi.

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Chi ci conosce sa quanto crediamo che la flessibilità (ad esempio sotto forma di settimana corta), sia un asset fondamentale per la felicità dei dipendenti e il successo di un’azienda.

È uscito, a questo proposito, un articolo sul Corriere della sera in cui la giornalista Valentina Iorio intervista Federico Bianchi e Rosario Carnovale di Smartworking srl.

Il tema è la settimana corta e i suoi benefici che sembrano crescere giorno dopo giorno.

I vantaggi della settimana corta

A partire dall’esperimento britannico che ha conquistato il news feed dei social delle ultime settimane si è poi arrivati a parlare dei vantaggi che la riduzione da 5 a 4 giorni lavorativi porta con sé. Tra questi:

  • una maggior attrattività e innovazione organizzativa
  • un’apertura nei confronti della Gen Z
  • un senso di appartenenza più forte nei confronti dell’azienda
  • una maggiore produttività

La produttività viene lesa?

La preoccupazione più sentita rimane quella legata all’organizzazione. Come gestire i team e il lavoro? Perderemo in produttività? 

Domande lecite se non fosse che la produttività non è legata alla modalità di lavoro (ore passate in ufficio, giorni in smart working). Ormai questo dovremmo averlo compreso e fatto nostro come concetto. 

La produttività non viene lesa se il team è in grado di organizzarsi. La settimana corta puo’ diventare uno stimolo in questo senso. Non a caso, l’esperimento britannico è stato un successo e la produttività non ha subito nessun calo.

A beneficiare dei vantaggi della settimana corta sembrerebbero quindi essere entrambi, lavoratori e azienda. Maggior tempo da dedicare a se stessi a parità di efficacia sul lavoro.